ADORAZIONE VOCAZIONALE – 1° GIOVEDÌ DEL MESE

 

 

 

 

 

 

04 Novembre 2021
“La felicità sta nell’amare davvero e con i fatti”
CANTO ED ESPOSIZIONE DEL SS. SACRAMENTO
Guida: Cari fratelli e sorelle, abbiamo da poco celebrato la
Solennità di tutti i Santi e la Commemorazione dei fedeli defunti,
contemplando la condizione gloriosa che il Signore riserva
per tutti i suoi figli nella vita eterna.


In questo momento di adorazione eucaristica, insieme al “tale” del Vangelo di Matteo che ascolteremo, rivolgiamo nuovamente il nostro sguardo verso le realtà eterne e incamminiamoci seriamente, con la fede e la testimonianza della vita, per la via stretta che conduce al gaudio dei Cieli. Chiediamo il dono di molte e sante vocazioni per l’edificazione del Regno di Dio e imploriamo dal Signore la santificazione dei sacerdoti e la pace nella Chiesa e nel mondo.

 

 

Silenzio orante


Dal Vangelo secondo Matteo Mt 19, 16 – 30


«Ed ecco, un tale si avvicinò e gli disse: “Maestro, che cosa devo fare di buono per avere la vita eterna?”. Gli rispose: “Perché mi interroghi su ciò che è buono? Buono è uno solo. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti”. Gli chiese: “Quali?”. Gesù rispose: “Non ucciderai, non commetterai adulterio, non ruberai, non testimonierai il falso, onora il padre e la madre e amerai il prossimo tuo come te stesso”. Il giovane gli disse: “Tutte queste cose le ho osservate; che altro mi manca?”. Gli disse Gesù: “Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; e vieni! Seguimi!”. Udita questa parola, il giovane se ne andò, triste; possedeva infatti molte ricchezze.
Gesù allora disse ai suoi discepoli: “In verità io vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio”. A queste parole i discepoli rimasero molto stupiti e dicevano: “Allora, chi può essere salvato?”. Gesù li guardò e disse: “Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile”. Allora Pietro gli rispose: “Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?”. E Gesù disse loro: “In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Molti dei primi saranno ultimi e molti degli ultimi saranno primi».

Silenzio orante

 SALMO RESPONSORIALE Dal Salmo 89
R. Saziaci, Signore, con il tuo amore: gioiremo per sempre.
Insegnaci a contare i nostri giorni
e acquisteremo un cuore saggio.
Ritorna, Signore: fino a quando?
Abbi pietà dei tuoi servi! R.
Saziaci al mattino con il tuo amore:
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
Rendici la gioia per i giorni in cui ci hai afflitti,
per gli anni in cui abbiamo visto il male. R.
Si manifesti ai tuoi servi la tua opera
e il tuo splendore ai loro figli.
Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio:
rendi salda per noi l'opera delle nostre mani,
l’opera delle nostre mani rendi salda. R.


Silenzio orante


Dalle omelie di Clemente Alessandrino.
«Se vuoi essere perfetto» (Mt 19, 21). Dunque non era ancora perfetto. Chi è già perfetto, infatti, non può divenire perfetto. Del resto, quello splendido e divino «Se vuoi», dimostra la libera facoltà di scelta dell’anima che sta dialogando; nell’uomo infatti, poiché è libero, è libera la scelta della volontà; in Dio, come Signore e arbitro, è libero il dono. Egli dona a coloro che vogliono e che con il massimo impegno si sforzano e pregano per ottenere la propria salvezza. Dio infatti non costringe – la violenza è nemica di Dio – ma dona a chi desidera, concede a chi chiede e apre a chi bussa. Se vuoi dunque, ma se vuoi davvero senza ingannare te stesso, procurati ciò che ti manca. Ti manca una cosa sola: la sola che rimane, che è veramente quella buona, che è al di sopra della legge, che la legge non dà e non contiene, e che è propria di coloro che possiedono la vita vera. In una parola, colui che aveva osservato tutta quanta la legge fin dalla giovinezza e che aveva parlato di sé in modo tanto presuntuoso e orgoglioso, non poté procurarsi quell’unica cosa che solo il Salvatore può dare, necessaria per ottenere la vita eterna di cui aveva desiderio; ma si allontanò triste, scoraggiato dalle esigenze di quella vita eterna a motivo della quale era venuto a interrogare il Maestro. Non la desiderava seriamente come sembrava dalle parole, ma desiderava far mostra di buona volontà. Certamente sarebbe stato sollecito nel fare tante cose, ma non era disposto a compiere quella che è la sola e unica opera di salvezza, per la quale era debole e indolente.
Guida: In questo momento di silenzio orante, chiediamoci: sono disposto a lasciare ogni cosa per seguire Cristo? Quali sono quelle “ricchezze” che mi allontanano da Lui? Comprendo e accolgo fino in fondo le esigenze della sequela di Cristo?

Canto


Dal messaggio di Papa Francesco ai partecipanti al Festival dei Giovani di Medjugorje del 29 giugno 2021.

«Che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». È una parola che ci pone davanti al Signore; e Lui fissa il suo sguardo su di noi, ci ama e ci invita: «Vieni! Seguimi!» (Mt 19,21).
Il Vangelo non ci dice il nome di quel giovane, e questo suggerisce che possa rappresentare ciascuno di noi. […] Per aiutarlo ad accedere alla sorgente della bontà e della vera felicità, Gesù gli indica la prima tappa da percorrere, cioè quella di imparare a fare il bene verso il prossimo: «Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti» (Mt 19,17). Gesù lo riporta alla vita terrena e gli indica la via per ereditare la vita eterna, vale a dire l’amore concreto per il prossimo. […]
Gesù, tuttavia, capisce anche qual è il punto debole del suo interlocutore: è troppo attaccato ai molti beni materiali che possiede. Perciò il Signore gli propone una seconda tappa da compiere, quella di passare dalla logica del “merito” a quella del dono: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo» (Mt 19,21). Gesù cambia la prospettiva: lo invita a non pensare ad assicurarsi l’aldilà, ma a dare tutto nella vita terrena, imitando così il Signore. È la chiamata a una maturazione ulteriore, a passare dai precetti osservati per ottenere ricompense all’amore gratuito e totale. Gesù gli chiede di lasciare quello che appesantisce il cuore e ostacola l’amore. […]
Infine, Gesù propone una terza tappa, quella dell’imitazione: «Vieni! Seguimi!». «Seguire Cristo non è un’imitazione esteriore, perché tocca l’uomo nella sua profonda interiorità. Essere discepoli di Gesù significa essere conformi a Lui» (Giovanni Paolo II, Lett. enc. Veritatis splendor, 21). In cambio, riceveremo una vita ricca e felice, piena di volti di tanti fratelli e sorelle, e padri e madri e figli… (cfr Mt 19,29). Seguire Cristo non è una perdita, ma un incalcolabile guadagno, mentre la rinuncia riguarda l’ostacolo che impedisce il cammino. Quel giovane ricco, però, ha il cuore diviso tra due padroni: Dio e il denaro. La paura di rischiare e di perdere i suoi beni lo fa tornare a casa triste: «Egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato» (Mc 10,22). Non aveva esitato a porre la domanda decisiva, ma non ha trovato il coraggio di accogliere la risposta, che è la proposta di “slegarsi” da sé stesso e dalle ricchezze per “legarsi” a Cristo, per camminare con Lui e scoprire la vera felicità.


RIFLESSIONE DEL PRESIDENTE
 

INTERCESSIONI

Acclamiamo Cristo, salvatore del mondo, e innalziamo a lui la nostra preghiera.
Preghiamo insieme dicendo: Illumina il nostro spirito, Signore.
 Per la Chiesa, senta forte la chiamata di Dio alla santità e cammini verso il suo Signore con purezza di spirito. Preghiamo.
 Per i sacerdoti, siano

 Per i giovani in discernimento e per gli sposi; imitando Cristo vivano secondo il disegno che Dio ha sognato per loro. Preghiamo.
 Per tutti coloro che soffrono, trovino nei credenti aiuti concreti e anime caritatevoli. Preghiamo.
PREGHIERA PER LE VOCAZIONI SACERDOTALI
Obbedienti alla tua Parola, ti chiediamo, Signore:
“manda operai nella messe”.
Nella nostra preghiera, però,
riconosci pure l’espressione di un grande bisogno:mentre diminuiscono i ministri del Vangelo,aumentano gli spazi dov’è urgente il loro lavoro.
Dona, perciò, ai nostri giovani, Signore,
un animo docile e coraggioso perché accolgano i tuoi inviti.
Parla col Tuo al loro cuore e chiamali per nome.
Siano, per tua grazia, sereni, liberi e forti;
soltanto legati a un amore unico, casto e fedele.
Siano apostoli appassionati del tuo Regno,
ribelli alla mediocrità, umili eroi dello Spirito.
Un’altra cosa chiediamo, Signore:
assieme ai “chiamati”non ci manchino i “chiamanti”;
coloro, cioè, che, in tuo nome,
invitano, consigliano, accompagnano e guidano.
Siano le nostre parrocchie
segni accoglienti della vocazione alla vita
e spazi pedagogici della fede.
Per i nostri seminaristi chiediamo perseveranza nella scelta:crescano di giorno in giorno in santità e sapienza.
Quelli, poi, che già vivono la tua chiamata
- il nostro Vescovo e i nostri Sacerdoti -,
confortali nel lavoro apostolico, proteggili nelle ansie,custodiscili nelle solitudini, confermali nella fedeltà.
All’intercessione della tua Santa Madre,
affidiamo, o Gesù, la nostra preghiera.
Nascano, Signore, dalle nostre invocazioni
le vocazioni di cui abbiamo tanto bisogno. Amen.
(+Mons. Marcello Semeraro,Prefetto della Congregazione per le cause dei santi)
PADRE NOSTRO
BENEDIZIONE EUCARISTICA

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